La morte di un figlio è sicuramente un dramma, forse il più grave che una famiglia possa provare. Come tale può tramutarsi in una tragedia: quella di perdere il vero valore della vita e costringere il nostro sguardo entro i limiti angusti del tempo fin troppo breve della vita dei nostri figli, sentendone solo la precarietà e la limitatezza.
Invece ciò che il nostro cuore appena osa suggerirci e il messaggio del Risorto afferma con assoluta verità è che tutto di noi è orientato all’eternità.
Questo è l’orizzonte in cui vive e si alimenta la nostra appartenenza a Famiglie in cammino, che ci aiuta a superare, nell’accoglienza e nella condivisione, la solitudine del proprio dolore per aprirsi alla speranza.
Si tratta di un cammino non certo facile: la trasfigurazione del dolore passa obbligatoriamente attraverso il crogiolo della croce di Cristo che salva e rigenera.
La metodologia che ispira i nostri passi si può riassumere così: accogliere coloro che il Signore mette sul nostro cammino, condividere le situazioni in Suo nome e comunicare agli altri la letizia del personale cambiamento.
L’esperienza di questi anni ha dimostrato che il cambiamento di molte persone, vissuto nella comune esperienza di dolore, è risultato di grande aiuto ai genitori ancora immersi nello smarrimento, permettendo loro di incontrare il “centuplo” evangelico.